Omocisteina: perché prescriverla nelle analisi?
L’omocisteina è un amminoacido ed esattamente un amminoacido solforato che viene prodotto nel nostro corpo come metabolita intermedio nella conversione biochimica dell’amminoacido metionina (si forma in seguito a perdita di un gruppo metilico da parte della metionina). La metionina a sua volta è un amminoacido essenziale per cui deve essere introdotto con gli alimenti (è contenuta soprattutto negli alimenti di origine animale). Il suo metabolismo è regolato dall’azione di enzimi e vitamine (gruppo B). In caso di insufficiente apporto vitaminico o di difetto genetico, l’omocisteina si accumula nel sangue, danneggiando le pareti dei vasi e favorendo la comparsa di una serie di patologie. Un aumento elevato di questo amminoacido causa iperomocisteinemia (o HHcy) che può essere causa di complicazioni addirittura superiori all’ ipercolesterolemia ed infatti è considerata un marker per le malattie di origine cardiovascolare come trombosi venosa,(https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29246599) o embolia polmonare. A differenza del colesterolo aumenta anche il rischio di molte altre patologie anche NON di origine propriamente cardiovascolare come l’ Alzheimer(https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29024723 https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29124681 ),le fratture spontanee o la preeclampsia (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29129906) durante la gravidanza . La concentrazione di omocisteina nel plasma è dovuta a vari fattori sia genetici che acquisiti e vengono considerati fisiologici quei valori compresi fra 5-12 micromoli per litro. Una volta prodotta all’interno delle cellule, l’omocisteina viene rapidamente metabolizzata e convertita in altri prodotti e perché avvengano questi processi è necessario avere a disposizione vitamine del gruppo B e nello specifico la B6 la B9 (acido folico) la B12 e la betaina. La carenza di queste vitamine può portare proprio ad un innalzamento dei livelli di omocisteina nel plasma con le conseguenze di cui abbiamo parlato. Se i valori sono quindi sopra la norma si distinguono tre classi di rischio:
- Moderato 16-30 micromoli/litro
- Medio 30- 100 micromoli/litro
- Severo > 100 micromoli/litro
Il nostro corpo fa di tutto per smaltire questo amminoacido a causa del suo alto potere pro-ossidante e per questo, intervengono vari processi biochimici affinché questo avvenga: l’omocisteina viene infatti o rimetilata a metionina (processo di rimetilazione) o convertita a cisteina (processo di transulfurazione). L’omocisteina riceve il gruppo metile attraverso la vitamina B12 in una reazione catalizzata dall’enzima metionina–sintasi, o dall’acido folico grazie all’enzima metil tetraidro-folato reduttasi (MTHFR) o dalla betaina grazie all’enzima betaina –omocisteina metil transferasi (BHMT). Particolarmente interessante risulta il processo di transulfurazione dove, grazie alla vitamina B6, il 50% dell’omocisteina viene convertito in cistationina e a sua volta convertita in cisteina. Ebbene, la cisteina insieme all’acido glutammico ed alla glicina viene trasformato in glutatione che è il più potente antiossidante prodotto nel nostro corpo. Quando una, o più di una, di queste vie metaboliche attivate con lo scopo di smaltire l’omocisteina si satura, oppure l’organismo è in carenza delle vitamine del gruppo B, questo amminoacido si riversa nel sangue dove oltre ad attivare delle reazioni che aumentano la produzione di radicali liberi si lega a proteine plasmatiche, nello specifico tende ad aggregarsi alle LDL (Low Density Lipoprotein) con tutte le conseguenze conosciute sulla formazione della placca aterosclerotica. Una parentesi deve essere aperta sull’importanza del test genetico sulla eventuale mutazione del gene MTHFR( che produce appunto l’enzima MTHFR) in pazienti con iperomocisteinemia. Se è presente la mutazione (può essere in eterozigosi o più grave in omozigosi), l’elevata presenza di omocisteina è dovuta proprio alla impossibilità del corpo di poterla metilare ma anche di non poter svolgere tutta una serie di reazioni di metilazione fondamentali per la nostra salute come: riparare un DNA danneggiato, produrre ormoni ,neurotrasmettitori etc. …non vado oltre ma farò un approfondimento a parte su questo test e sull’importanza del gene MTHFR.
Qual è la soluzione?
Oltre ad una mirata integrazione comprendente sicuramente l’assunzione di vitamine del gruppo B e di antiossidanti come il glutatione la N-acetil-cisteina o SAMe è di rilevante importanza un’alimentazione corretta con introduzione di alimenti ricchi di vitamine del gruppo B, Zinco ed antiossidanti. Le vitamine del gruppo B sono contenute nella carne, nel pesce, nelle uova nel latte ma anche nella frutta e nella verdura. Nello specifico la vitamina B9 (folati)è contenuta soprattutto negli alimenti vegetali a foglia verde scura ed i livelli giornalieri raccomandati sono di 200 mcg; la vitamina B6 (piridossina) presente nei prodotti sia di origine vegetale che animale può però degradarsi nei processi di cottura refrigerazione o inscatolamento ed i livelli raccomandati sono di 1,5 mg/die mentre per la B12 che è presente solo negli alimenti di origine animale i livelli di assunzione raccomandata sono di 2mcg/die. Attenzione ad introdurre sempre queste vitamine attraverso gli alimenti e poi attraverso gli integratori affidandosi a buone aziende che nel loro integratore mettono la forma più biodisponibile della molecola.
Inoltre,nella scelta degli alimenti dobbiamo tener presenti alcune cose:
- la maggior parte degli alimenti a lunga conservazione perde nel tempo una grande quantità di vitamine del gruppo B, e perciò è indicato consumare sempre frutta e verdura fresche e di stagione;
- preferire, quando possibile, alimenti integrali in quanto i processi di raffinazione privano l’alimento di preziosi nutrienti;
- per ottimizzare l’assunzione di cibi ricchi di vitamine del gruppo B è bene consumare in ogni pasto della giornata alimenti che le contengano;
- limitare o evitare il consumo di thè, caffè, alcool, sigarette che ne riducono l’assorbimento.